da Passo San Pellegrino
Spettacolare itinerario di cresta lungo le Cime di Costabella, a nord del Passo San Pellegrino. Mediamente impegnativa dal punto di vista fisico e come difficoltà, ripaga l'escursionista con una visuale eccezionale, che include un gran numero di gruppi e cime dolomitiche, tra cui le Pale di San Martino, i gruppi del Latemar e del Catinaccio, del Sassolungo e del Sella, della Marmolada.
Il sentiero ripercorre luoghi che sono stati teatro della Grande Guerra, e numerosi sono i manufatti e le testimonianze di quel periodo, incluse alcune gallerie scavate nella roccia, che sono parte integrante del persorso.
E' raccomandato l'uso del set da ferrata, e occorre avere con sè la luce frontale.
Si può parcheggiare nell'ampio piazzale che si trova dal lato opposto della SS 346 rispetto alla stazione a valle della Seggiovia Costabella.
L'escursionista più allenato e volonteroso può partire direttamente dal Passo San Pellegrino, altrimenti conviene usufruire della seggiovia, come descritto nella mappa di questo itinerario.
Dalla stazione di arrivo, si prende il sentiero 604 in direzione Passo delle Selle, salendo su pendenze moderate per un buon tratto, inizialmente verso nord-ovest, poi decisamente verso ovest:
Dopo circa 45 minuti si raggiunge il passo, accanto al quale si trova l'omonimo rifugio, chiamato anche Bergvagabundenhütte, 2528 m:
Si prende a destra, in direzione nord, salendo su sentiero ripido, in brevi tratti attrezzato con cordino:
Fino a raggiungere la cresta, in 30-40 minuti, a quota 2680 m circa:
A partire da questo punto, il sentiero si svolge tutto in direzione est o nord-est, a tratti attrezzato con cordini e altri ausili, presentando difficoltà modeste all'escursionista esperto, e offrendo splendidi panorami.
La prima cima che si incontra è il Picol Lastei, 2697 m:
Dopo circa 15 minuti si attraversa la prima galleria:
e dopo altri 10 minuti circa di sentiero
si attraversa la seconda, ormai in prossimità del Gran Lastei:
Si prosegue in discesa:
si passa presso un dormitorio austriaco della Grande Guerra:
Si prosegue con l'aiuto di qualche cordino, passerella e altri ausili:
Si traversa un breve tratto di cresta sottile:
Poi si inizia a salire:
Fino a raggiungere, dopo circa un'ora e mezza dall'arrivo in cresta, la Cima della Campagnaccia, 2738 m:
E' difficile elencare le cime che risultano visibili. Tra di esse, spiccano, più vicine delle altre, la Marmolada
e la Cima dell'Uomo:
Più in là, tutto attorno, molti gruppi dolomitici, tra cui il Sella:
Si prosegue in leggera discesa, verso l'insellatura tra la Cima della Campagnaccia e la Cima di Costabella:
Presso la sella, si trova il bivio che consente, in discesa verso destra, un rientro anticipato verso il punto di partenza.
Proseguendo, invece, si sale
fino alla Cima di Costabella, 2762 m, la massima elevazione raggiunta dall'itinerario:
Il sentiero poi presenta un tratto in discesa
una risalita con scala di legno
ù
e cordini metallici:
Poi si percorre una galleria
Un tratto in ripida discesa su roccia, con cordino metallico
e un'altra galleria:
Segue un buon tratto di sentiero facile, in saliscendi:
Ci si avvicina così, ignorando un bivio per la Val di San Nicolò, al Castello di Costabella, un grande masso scavato all'interno, con due finestre di osservazione:
Per entrare, conviene risalire il tratto di roccette con cordino che precede il masso:
Una passerella dà accesso all'interno:
La vista dalle finestre è splendida:
All'interno è anche presente una raccolta fotografica che descrive in modo piuttosto esplicito l'orrore delle ferite, ustioni e mutilazioni che la guerra causò a molti soldati dell'epoca.
Ripercorrendo la passerelle e proseguendo per il sentiero
si raggiunge e attrraversa un'ultima, stretta galleria:
Poi si scende per una ripida scala in legno:
Si riprende il sentiero
fino a raggiungere un bivio, dopo circa 2 ore dalla Cima della Campagnaccia.
Proseguendo, si intraprende un secondo tratto dell'itinerario, qui non documentato, che percorre il tratto di cresta che comprende la Cima delle Vallate, Cima Colbel e Punta Ciadin, fino alla Forcella dell'Uomo, dalla quale si scende.
Scendendo a destra, in direzione sud, si perde rapidamente quota, prima lungo ripidi ma non difficili ghiaioni
poi per ripidi prati, lungo i quali il sentiero scende con ampi zig-zag, fino a perdere pendenza.
In corrispondenza di alcuni bivi, si segue sempre l'indicazione per la seggiovia, e si procede lungamente per prati:
La visuale prevalente in questo tratto è sulle Pale di San Martino, in particolare il Gruppo del Focobon:
Presto si raggiunge infine la seggiovia:
■ gb, 2016-08-06
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