da Rifugio Telegrafo a Rifugio Graziani
Questa è un'altra frazione superlativa del Grande Giro del Garda (Rock), che mette a seria prova il fiato e le gambe, ma regala scorci di grande respiro e paesaggi di notevole bellezza.
Si salgono (non necessariamente tutti) altri sei degli otto rilievi significativi della dorsale del Baldo, per poi andare gradualmente a scendere fino a Bocca di Navene, e da lì compiere un'ultima risalita fino alla meta.
I panorami, che si affacciano principalmente sui due lati della dorsale, offrono visuali spettacolari verso il Lago di Garda e in direzione della Val d'Adige, ma anche accattivanti viste prospettiche lungo la dorsale stessa.
Dal Rifugio Telegrafo si sale in direzione nord verso la punta omonima,
fino a raggiungerla:
Si prosegue, scendendo lungo il versante opposto,
fino a riguadagnare la mulattiera, sentiero 651:
La si percorre per circa 700 m,
finché sulla sinistra si trova un paletto a sezione quadrata:
Da qui, volendo salire a Punta Pettorina, si prende una labile traccia, che sale a sinistra, guadagnando rapidamente la cresta,
e in 150 m circa dalla mulattiera si raggiunge la cima:
Tornando sui propri passi, si riprende la mulattiera,
per altri 750 m circa,
superando uno degli svariati punti panoramici verso il lago,
e raggiungendo un bivio, con indicazione a destra per Malga Novezza:
Volendo salire alla Cima Senza Nome, da qui si può prendere una labile traccia che sale obliquamente a sinistra, salendo in cresta,
e proseguendo lungo la stessa,
sempre trovando un varco tra i mughi:
Si risale un tratto di roccette, passando appena a sinistra di un risalto,
per descrivere poi una frazione di arco di cerchio verso sinistra, fino a trovare un forcellino,
superando il quale, prima su roccette, poi su traccia di sentiero, su raggiunge la cima, contraddistinta da un orribile e grosso bollo nero:
Belli i panorami verso la parte meridionale del lago,
e verso nord, con vista su Cima Valdritta:
Si può ora tornare sui propri passi, per riprendere la mulattiera verso nord.
In alternativa, si procede verso nord-nord-est, seguendo la cresta (traccia rossa sulla mappa), e trovando uno spigolo roccioso alto circa 8 m, che si può discendere in arrampicata (II grado, attenzione a posssibili appigli malfermi):
In tal caso, si segue poi la cresta, nella stessa direzione,
fino a una forcellina erbosa,
dove la traccia di sentiero piega a destra, raggiungendo in pochi passi la mulattiera:
Si prosegue sulla mulattiera, oltrepassando Forcella Valdritta, dove si tira dritti, ignorando il sentiero 5 che si dirama a sinistra per scendere verso il Malcesine,
e circa 300 m più avanti si trova il bivio per Cima Valdritta.
Vale davvero la pena salire almeno su questa cima, la più elevata della catena, con i suoi 2218 m; si prende quindi il sentiero che sale a sinistra,
e lo si segue mentre sinuosamente guadagna quota, fino a raggiungere prima una forcellina,
e da lì, con percorso praticamente diretto,
la croce:
La vetta vera e propria si trova poco a nord,
e il panorama è grandioso, sul lago,
sulla parte meridionale della cresta,
verso est,
e verso nord, sul proseguo della dorsale.
Si torna sui propri passi, riguadagnando la mulattiera, e riprendendo il cammino verso settentrione.
Il sentiero si fa più stretto, tortuoso, e presenta frequenti saliscendi:
Presto si arriva a scorgere la Cima del Longino, che sembra vicina ma dista circa un Km di cammino:
Si percorre il bel sentiero, a tratti in cresta, a volte a sinistra della stessa.
Un tratto scosceso in discesa è attrezzato con catene:
Quando i sentiero volge verso il lato est della cima, si oltrepassa una croce, posta sopra una targa in marmo,
e dopo ancora un po' di saliscendi, in costa,
si arriva a un bivio dove il sentiero prenderebbe decisamente in discesa:
Se si vuole salire sulla Cima del Longino, è qui che si deve deviare a sinistra, seguendo la traccia di sentiero fino a un sasso con un segno "C" e una freccia:
Qui si svolta a sinistra, su traccia di sentiero a tratti appena intuibile, rimanendo sulla sinistra di un evidente ghiaione,
e cercando di seguire i segni "C" che occasionalmente si trovano sulle pietre,
per curvare verso sud, poi gradualmente verso ovest fino alla cresta,
dalla quale la traccia di sentiero, appena visibile, conduce alla cima:
Ancora fantastici i panorami, anche sulla Val d'Adige, dove lo sguardo arriva a cogliere Rovereto:
Si torna sui propri passi, fino al sasso con la "C" dove si era svoltato a sinistra, e si riprende la traccia verso nord,
confluendo poco dopo sul sentiero principale:
Si scende gradualmente fino al successivo marcato avvallamento,
per poi risalire,
fino a raggiungere Cima delle Pozzette, l'ultimo rilievo significativo del Baldo:
Di nuovo grandi panorami, con chiara vista su Malcesine:
Si prosegue ancora a lungo,
passando a fianco della stazione a monte della Seggiovia di Prà Alpesina:
Poco prima di questa, ma anche subito dopo, si può prendere a destra una sterrata (traccia gialla sulla mappa), che permette di procedere su terreno più comodo.
Altrimenti, si va dritti,
fino alla stazione a monte della Funivia di Malcesine:
Subito dopo si può, volendo percorrere una variante più comoda (di nuovo traccia gialla sulla mappa), svoltare a destra all'ampio bivio,
altrimenti si procede dritti,
lungo la Colma di Malcesine, arrivando al punto panoramico che si trova al suo culmine:
Grandi panorami sul lago, ma anche ottima visuale verso il Monte Altissimo, sul cui fianco si distingue il Rifugio Graziani:
Si scende ora verso est,
su sentiero con tratti scoscesi e pietre levigate,
proseguendo poi dritti a un bivio,
e raggiungendo la strada:
La si lascia poco dopo,
scendendo per il bosco,
fino a ritrovarla:
Poco dopo si trova Bocca di Navene, con l'omonimo ristorante:
Si potrebbe proseguire lungo la strada, che però è fastidiosamente trafficata.
E' preferibile scendere a destra per sentiero,
percorrendo prima un tratto di bosco,
poi verdi pascoli,
lasciandosi a destra Malga Tolghe,
e a sinistra una casupola in pietra,
salendo infine con qualche curva fino al Rifugio Graziani:
■ gb, 2020-09-05
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