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Alpinismo

ROSENGARTENSPITZE

Cima Catinaccio, per Via Ampferer, da Rifugio Re Alberto

Via poco frequentata ma molto piacevole, ottima alternativa alla Via Normale, sebbene decisamente più lunga, per salire Cima Catinaccio su basse difficoltà.

L'alpinista meno esperto salirà buona parte della via a tiri di corda, mentre quello più esperto procederà maggiormente di conserva o slegato; ciò determinerà tempi di salita sostanzialmente diversi.

I panorami su tutto il gruppo e sui gruppi dolomitici circostanti sono davvero notevoli, sia lungo la salita che dalla cresta e dalla cima. Soste e protezioni sono facilmente allestibili grazie a clessidre, spuntoni e fessure.

Nota dell'autore: Ringrazio gli amici Flavio e Armando che hanno condiviso con me questa salita e che compaiono in svariate fotografie.


Avvicinamento

Dal Rifugio Re Alberto, si scende lungo il sentiero che scende verso il Rifugio Vajolet, ma presto lo si abbandona per dirigersi verso la parete iniziale, sul lato nord di Rosengartenspitze / Cima Catinaccio:

L'attacco si trova circa 50 m a destra della spaccatura tra Punta Emma e Catinaccio, su una cengia, appena a destra del punto in cui questa piega verso l'alto diventando una rampa:


Salita

Nota dell'autore: Mi è risultato difficile seguire, e mi risulta difficile indicare, la linea esatta lungo la quale salire nel tratto della parete iniziale. Darò quindi delle indicazioni generali, da utilizzare assieme alle fotografie e a un po' di intuito, volto a cercare i passaggi più facili e su roccia di migliore qualità. Raccomando di consultare anche altre relazioni, nel caso si senta il bisogno di indicazioni più dettagliate.

Parete iniziale: Si sale prima direttamente verso l'alto, fin dove la parete diminuisce leggermente di pendenza, poi si obliqua verso sinistra:

In qualche tratto si traversa addirittura:

Si trova un camino, che si risale interamente:

Si continua in obliquo o traversando a sinistra, fino a elevarsi praticamente sulla verticale di Punta Emma:

Circa 150 m, II, III e passi di III+.

Colatoio: Un ampio e lungo colatoio, esposto a nord-est, per lo più di roccia ottima, si presenta dinnanzi al salitore:

Lo si risale interamente, assecondandolo, con arrampicata estremamente divertente:

Più in alto, seguendo la linea naturale della via, il colatoio tende a mutare in diedro fessurato, che si risale:

Circa 180 m, prevalentemente II.

Camino di uscita: proseguendo, il diedro diviene un vero e proprio camino:

Lo si affronta a tratti in spaccata e a tratti sulla parete sinistra, come più conviene, su bella roccia:

Nella parte finale, un po' più friabile, si aggira a sinistra un blocco, e si esce sul lato sinistro della fessura, su rocce con qualche detrito:

Ci si ritrova così in cresta:

Circa 120 m, III e III+.

Cresta: si segue la cresta:

Fino a raggiungere l'antecima nord:

Si continua in cresta, o standone a sinistra:

Da menzionare il passaggio su una forcella particolarmente pronunciata, con punto di sosta-calata, che è il punto di uscita della Via Normale. Al termine della traversata si giunge in vetta:

Circa 200 m, I, II e un breve tratto di III.


Rientro

Si torna fino alla forcella di uscita della Via Normale, con calata intermedia opzionale lungo la cresta, in corrispondenza del tratto di III. Sfruttando gli anelli di calata presenti in forcella e nel canale, si scende con un numero di calate tra 2 e 5, secondo la lunghezza delle calate, e secondo i tratti scesi in de-arrampicata piuttosto che in corda doppia.

Si atterra a monte del Rifugio Santner, che si raggiunge rapidamente. Se si desidera tornare al Rifugio Re Alberto, è sufficiente scendere lungo il sentiero che collega i due rifugi.

gb, 2013-07-20

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