dal rifugio Berni, passo Gavia
Bella via normale di salita a Punta San Matteo da Passo Gavia.
E' richiesta esperienza e attrezzatura da ghiacciaio e buona condizione fisica.
Per gli amanti di questo genere di salite, costituisce una meta non particolarmente difficile, ma comunque di soddisfazione. Notevole lo sviluppo dell'itinerario. Da affrontare con condizioni di buon innevamento del ghiacciaio che altrimenti si presenterebbe molto crepacciato.
Punto di partenza è il monumento ai caduti che si trova poco discosto dal rifugio Berni,
non distante da passo Gavia.
Attraversato il torrente Gavia nei pressi del rifugio Berti, uno dei possibili itinerari è quello che segue inizialmente il sentiero n.551 per il bivacco monte Ortles. Aggirato l'ex rifugio Gavia,
dopo essere saliti di un centinaio di metri,
si raggiunge una selletta a quota m.2.630.
Occorre ora ridiscendere nella valletta sottostante la cascata, perdendo un'ottantina di metri di quota, per poi seguire il corso del torrente lungo un sentiero che, salendo, è segnato da ometti e pali infissi nel terreno.
Tenendo sulla sinistra la cascata,
in breve si giunge sul ghiacciaio che, dipendentemente dalle condizioni della stagione, potrebbe, in questo tratto, essere completamente coperto di sfasciumi oppure innevato.
Tralasciare la diramazione per Vallumbrina, ma proseguire per Punta San Matteo.
Arrivati in prossimità della zona seraccata (con forte innevamento appare come un ripido scivolo),
tenerla sulla sinistra, deviando verso destra per poi salire verso sinistra evitando la zona crepacciata.
Siamo ora nel primo di due pianori.
La pendenza è modesta e la direzione evidente: si prosegue costeggiando il crinale che abbiamo sulla destra (attenzione alle scariche di sassi) in direzione della selletta nord che si trova alla base di Punta San Matteo (alla sua sinistra andando).
La pendenza dal secondo pianoro alla selletta si fa più ripida (30-40°), ma con buon innevamento si giunge velocemente alla base del canalino roccioso che si trova sotto la crestina finale.
Il canalino ha una pendenza più accentuata, ma è comunque breve.
Per agevolare l'accesso al canalino, nel traverso da effettuare sotto la sua parete di sinistra, sono presenti tre spit. Un ulteriore spit è posto all'uscita del canalino, utile per far sicura e/o come punto di calata per il rientro.
Superato il canalino, solo una breve, anche se esposta, cresta
ci separa dalla croce di vetta di Punta San Matteo (m.3.678).
La vista sul ghiacciaio dei Forni e sulle cime del gruppo Ortles-Cevedale ci ripaga ampiamente di ogni fatica.
Il rientro avviene lungo lo stesso percorso dell'andata.
■ rd, 2018-07-28
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