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Alpinismo

SASS PORDOI - VIA DIBONA

parte bassa, da Passo Pordoi

Lungo la Via Dibona
in obliquo sulla parete principale

Grande classica dolomitica, molto varia, risale la parete occidentale del Sass Pordoi cercando in modo mirabile la linea di salita meno difficile. La roccia è sempre buona, ma addirittura ottima o eccezionale nei tratti più impegnativi.

La maggior parte delle soste è su anelli cementati, le altre sono realizzabili in modo semplice su spuntoni o clessidre. Sono presenti sufficienti chiodi di via, e qualche clessidra. Per chi desidera proteggersi più frequentemente, raramente è facile piazzare protezioni veloci aggiuntive.

I tratti su cui è relativamente meno facile orientarsi sono la parte alta dell'avancorpo (L3), le prime due lunghezze sulla parete principale (L4, L5), e in parte la zona prima dell'ultima lunghezza (L14).

Ringrazio Flavio -fb- che ha condiviso con me la salita della via e la redazione di questa descrizione, in memoria del nostro compianto e caro amico Armando, che il 29 agosto 2018 è stato vittima di un incidente fatale proprio qui.

Nota: la via qui descritta, che raggiunge la grande cengia detritica, viene comunemente indicata come Parte Bassa. Esiste anche una Parte Alta, meno lunga ma più impegnativa, che sale fino alla sommità.


Accesso

L'itinerario realizza un anello, in senso orario. Il punto di partenza può essere Passo Pordoi, come suggerito in questa descrizione, oppure Pian de Schiavaneis.

Nel primo caso si trova parcheggio nell'ampio piazzale di Passo Pordoi. Nel secondo caso, si può lasciare il mezzo vicino al Ristorante Pian de Schiavaneis, lungo la SS 242 del Passo Sella, o su una piazzola a lato della strada, poco più avanti.

I tre luoghi menzionati sono indicati sulla mappa.


Avvicinamento

Da Passo Pordoi, si imbocca il sentiero sull'angolo sud-ovest del parcheggio:

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Si scende, per sentiero,

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e poi per stradina,

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fino al piazzale antistante l'Hotel Pordoi:

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Si raggiunge la strada, e lungo la strada stessa, o per scorciatoia,

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si raggiunge la Casa Cantoniera,

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dove si imbocca una stradina, inizialmente in direzione ovest:

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Si scende nel bosco, volgendo più avanti in direzione nord-ovest, e dopo una decina di minuti si passa vicino al tornante 16 della SS 48 del Passo Pordoi; si prosegue dritti, ri-allontanandosi dalla strada, inizialmente per un breve tratto asfaltato,

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poi nuovamente su stradina sterrata, che poi inizia a volgere verso nord.

Dopo circa 5 minuti dal tornante, si devia prendendo una traccia di sentiero nell'erba sulla destra:

Deviazione dx

e dopo meno di 5 minuti si ri-confluisce sulla stradina, verso destra:

Confluenza

Si prosegue in discesa, sempre in direzione nord, per una decina di minuti,

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e in corrispondenza di uno sfiato di acquedotto,

Deviazione dx

si devia verso destra per traccia nell'erba, inizialmente poco visibile.

Dopo un paio di minuti si transita a poca distanza da Pian di Schiavaneis,

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e un paio di minuti dopo si confluisce verso destra sul Sentiero delle Marmotte:

Pian de Schiavaneis
bivio

Si raggiunge e oltrepassa un piazzale sterrato,

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proseguendo secondo l'indicazione "Cascate":

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Un minuto dopo si devia a destra, seguendo la medesima indicazione:

Bivio dx

Pochi minuti dopo si devia leggermente a destra, per il sentiero 647:

Bivio dx

Si sale prima nel bosco,

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poi per mugaie,

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e circa venti minuti dopo si lascia il sentiero per prendere una traccia che devia verso destra:

Deviazione dx

Risalendo in obliquo verso destra su ghaie, prati e sassi, si passa sul lato destro di un avancorpo della parete principale,

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poi si sale parallelamente a esso, lungo i prati, fino a raggiungere un grosso masso con visibile ometto, vicino alla parete:

Attacco

Questo è l'attacco della via.

Circa quattro metri a valle, si trova la targa dedicata ad Armando:

Targa
per Armando Speccher


Salita

L1: Si sale per l'evidente canale sopra l'attacco:

Prima lunghezza
arrampicando sull'avancorpo

Chiodo con cordino lungo il tiro:

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Sosta su anello cementato:

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45 m, III, un chiodo di via, sosta su anello cementato.

L2: Si sale ancora, fino al culmine del canale, raggiungendo così la cresta dell'avancorpo, dove si sosta su spuntone.

30-35 m, III, sosta su spuntone.

L3: Subito oltre la cresta, si traversa verso destra, tenendosi sulla sinistra di una parete gialla:

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Subito dopo di essa, ignorando il sottostante canale, si sale a destra per una decina di metri (passo di III+) per riguadagnare la cresta dell'avancorpo, poi si risale lungo di essa su terreno facile, poi si scende per circa 5 m sulla sinistra, entrando così nel canale tra l'avancorpo e la parete principale.

Sulla parete principale, si trova un chiodo cementato.

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50-55 m, III, 1p III+, sosta su anello cementato.

L4: Ora si sale per la parete principale, in obliquo verso sinistra:

Lungo la Via Dibona
in obliquo sulla parete principale

Fino a una sosta su chiodi:

Lunghezza intermedia
sosta

45 m, III, passi III+, alcuni chiodi di via, sosta su chiodi.

L5: Si prosegue in obliquo verso sinistra, fino a raggiungere il bordo di una terrazza, e salirvi, per trovare poco dopo la sosta.

45 m, III, passi III+, alcuni chiodi di via, sosta su anello cementato.

L6, L7: Si sale per roccette, più o meno dritti, fino a una prima sosta, poi si prosegue ancora per roccette,

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fino a trovare la sosta successiva, sulla destra di un marcato canale.

40 m + 45 m, II, soste su anelli cementati.

L8: Rimanendo sulla destra del canale, si sale per facili rocce,

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e dopo aver superato il grande masso incastrato che delimita la sommità del canale, si devia a sinistra su terreno facile, proseguendo fino a trovare la sosta, alla base di un canalino:

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50 m, II, I, II, sosta su buon chiodo e/o clessidra sulla destra.

L9: Si risale il canalino, senza particolare difficoltà:

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20 m, III, II, sosta su anello cementato

L10, L11: Si sale ora lungo la parete a destra di un diedro, di stupenda roccia grigia:

Lungo la Via Dibona
salendo per la parete con diedro

Si trova una sosta intermedia, su anello cementato, ma la si può anche superare, proseguendo verso la sommità del dietro, per trovare alla fine un'uscita verso sinistra, per facile canale, e poco dopo la sosta successiva.

50 m, IV-, pp IV, chiodi di via, sosta su anello cementato.

L12: Si obliqua per 10-12 m a sinistra su facile rampa, per poi salire lungo una bellissima placca nera, progredendo in parte in obliquo verso destra, in parte in verticale, seguendo la linea più appigliata (e i chiodi!),

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puntando infine verso il diedro che la delimita a destra.

Con movimento in spaccata si scavalca il diedro sulla destra per trovare poco dopo la sosta, su cengetta (nella foto, la sosta vista dalla lunghezza successiva):

Lungo la Via Dibona
sosta dopo la placca nera

45 m, IV-, 1p IV, chiodi di via, sosta su anello cementato

L13: Si attraversa a destra per alcuni metri, per poi salire dritti per parete ben appigliata,

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fino a raggiungere una terrazza detritica; allora ci si dirige a sinistra, per una quindicina di metri, lasciandosi a destra un profondo canale, fino alla sosta, presso un masso.

50 m, III+, chiodo di via, clessidra, sosta su buon chiodo, o spuntone

L14: Si risale facilmente il colatoio biancastro soprastante la sosta, per poi salire per facile rampa detritica verso destra, fino a oltrepassare uno spigolo. Allora si sale di nuovo per facili roccette, poi si obliqua a sinistra per cenge, fino a raggiungere, dopo aver lasciato sulla destra quattro colate nere, l'imbocco di un canale-camino, di roccia giallastra, contraddistinto da un ometto, e con chiodo alla base del lato destro:

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120 m circa, I e II, sosta su chiodo. Di conserva, o dividendo la lunghezza in frazioni a piacere.

L15: Si sale prima sulla lama giallastra che delimita a sinistra il canale-camino, per poi entrarvi:

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Lo si risale, superando un primo piccolo masso incastrato, e poi con un passo leggermente più impegnativo, un secondo masso incastrato più grande, per proseguire,

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fino a trovare, appena prima di uscire dal canale, sulla destra, una grossa clessidra.

50 m, III, 1p III+, clessidra, clessidra formata dal masso incastrato, sosta su clessidra.

In pochi metri, molto facili, si raggiunge la grande cengia detritica.


Rientro

Si sale obliquamente a destra per ghiaie, lungo la grande cengia detritica,

Uscita

cercando di seguire la traccia, non sempre ben visibile, e occasionali ometti:

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ci si trova a salire gradualmente verso la parete,

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Dopo aver percorso più di 500 m lungo la cengia, si oltrepassa, con decisa svolta a sinistra, lo spigolo del Sass Pordoi, affacciandosi sull'anfiteatro di ghiaie che culmina a Forcella Pordoi, in vista degli evidenti zig-zag del frequentato sentiero 627:

Vista sul sentiero di rientro
con Forcella Pordoi

Quasi subito, si abbandona la traccia di sentiero che costeggia la parete, per prenderne una meno evidente, che scende in diagonale:

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La si segue,

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fino a confluire sul sentiero 627:

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Lo si segue,

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Sentiero di rientro

fino a Passo Pordoi:

Sentiero di rientro
con vista su Passo Pordoi

gb, 2019-08-30

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