Brolo, ridente paese alle pendici del monte Cregno, è una frazione del comune di Nonio e conta poco più di 300 abitanti. Il suo nome è di origine medioevale: il termine “brolo” indicava allora un prato all’interno dell’area urbana. Di ciò si può trovare conferma nel fatto che il Libro del catasto del 1688, uno dei documenti più antichi sul paese, riporta la notizia che i prati rappresentavano poco meno della metà dei terreni coltivati.

Tuttavia Brolo, dai tempi più lontani viene definito il “paese dei gatti”. Tale particolarità sembra derivare da una antica rivalità con il paese di Nonio.

Il 21 novembre 1737 venne benedetto l’oratorio della B.V. Addolorata dall’arciprete di Nonio Carlo Giuseppe Gilardino. Fu questo il primo passo per il riconoscimento ufficiale della comunità di Brolo che chiese di diventare parrocchia autonoma e di non dipendere più da quella di Nonio.

I Noniesi assistendo a questa richiesta derisero gli abitanti di Brolo pronunciando il motto: “Quand al vien parrocchia Brol, al ratt metarà su al friol” (quando Brolo diverrà parrocchia, il topo si metterà il mantello).

Ma grazie al canonico Lorenzo Tarsis, appoggiato politicamente anche dalla famiglia dei Gozzani, il 27 aprile del 1767 venne firmato il decreto di erezione della nuova parrocchia di S.Antonio di Brolo.

Si dice allora che un gruppo di abitanti, memori della canzonatura del topo, si recarono nottetempo a Nonio e inchiodarono sulla porta delle case abitate dai nobili un topo vestito con un piccolo mantello da ecclesiastico. Da allora Brolo viene chiamato il “paese dei gatti”.

In questi ultimi anni l’Associazione “I gatti di Brolo” ha promosso la diffusione in paese di numerosi dipinti murali dedicati al felino domestico. Inoltre è stata istituita la “Strèscia dal gat” un curioso percorso tra le viuzze del paese, costellato da decine di immagini dedicate al gatto.