Intervista a Federico Sordini
Elbec è un’azienda che produce calze e altri prodotti in lana merinos per l’outdoor. La sua anima è in montagna.
Federico Sordini, ideatore e fondatore, che cosa significa?
Elbec è figlia della mia precisa scelta di vivere e fare impresa in montagna. Ho lavorato per le ONG, per l’Unione Europea, per il WWF, e mi sono convinto che il nostro sviluppo sia quasi sempre a discapito dei Paesi cosiddetti “in via di sviluppo”.
Per tutelare davvero l’ambiente ho deciso di ridurre al massimo il mio impatto, e mi sono trasferito in montagna, nell’Alto Agordino, dove fare impresa è difficilissimo, ma io sono testardo e sono convinto che le potenzialità siano moltissime, anche grazie alle moderne tecnologie. Basta provare a pensare diversamente, uscendo dal sentiero tracciato.
E fuori dal sentiero tracciato hai trovato la lana merinos?
Non subito. Ho iniziato con un’attività di B&B biologico assieme alla coltivazione di terreni progettati con coscienza e rispetto della natura (permacultura), e ho prodotto (non senza orgoglio) lo zafferano più alto d’Italia. Contestualmente organizzavamo trekking accompagnati con i nostri asini, Rea e Patù. Poi, dato che non si trovavano terreni abbastanza ampi da coltivare (problema tipico in montagna dovuto alla parcellizzazione fondiaria ) e l’ufficio comunale non mi lasciava costruire un ricovero permanente per gli animali, ho deciso di portare avanti il discorso dell’abbigliamento etico, che mi consentiva di muovermi in autonomia.
Si dice che Elbec produca le migliori calze da trekking in lana merinos…
Sono un appassionato di outdoor, e sette anni fa, quando ho cominciato, non c’erano calze fatte bene in lana merinos. Molto semplicemente volevo fare una cosa che piacesse e servisse a me e a tutti quelli come me: un vero calzettone con un’ottima lana. Il lavoro di selezione della materia prima è la cosa più complessa, perché bisogna trovare fornitori di fiducia, con certificazioni vere... e non è stata cosa facile.
Alcuni dei nostri modelli di calze per il trekking hanno sicuramente la più alta percentuale di lana fra tutti i prodotti tecnici attualmente disponibili sul mercato.
E poi ci sono anche i berretti e la manifattura diffusa. Di cosa si tratta?
L’attività è cresciuta e a me piaceva fare berretti di lana all’uncinetto. Così è nato il progetto della manifattura diffusa, che ha coinvolto persone che abitano qui e che hanno deciso di aiutarmi a creare berretti con l’uncinetto, partendo dai miei modelli e contribuendo con la loro manualità e fantasia. Così spero di avere dato il mio piccolo contributo economico alla valle anche in questo periodo difficile. In futuro vorrei che questa attività facesse capo a una cooperativa, e vorrei creare anche dei corsi per tinteggiare naturalmente la lana, come faccio io con i mirtilli, lo zafferano, il vino, etc., a seconda della stagione. Insomma, la passione non si ferma.
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