da Staffal, Val di Gressoney
Il Castore con i suoi 4221 m è una delle vette più battute dagli alpinisti che vogliono godere di un'ambiente mozzafiato con una gita alpinistica di facile livello.
I prerequisiti necessari per compiere questa gita sono indispensabili per godersi al meglio questo itinerario che seppur facile richiede una buona preparazione atletica, tempo stabile, un'attrezzatura adeguata, ma sopratutto un'ottima conoscenza in materia di ghiacciaio, progressione, recupero da crepaccio.
L'itinerario si svolge in 2 giorni.
Dall'abitato di Gressoney La Trinitè si prosegue verso gli impianti sciistici della località Staffal 1830 m dove si parcheggia (a pagamento) e si decide se prendere la funivia o seguire il sentiero che porta al Colle di Bettaforca 2727 m.
Giunti sul Colle si prosegue per il sentiero n 9 il quale indica per il Rifugio Quintino Sella al Felik 3585 m in un tempo di 3 ore.
E' bene effettuare questo avvicinamento con un passo non troppo frizzante in quanto è necessario che il fisico inizi l'adattamento alla quota.
Lungo il tragitto si può ammirare alla propria sinistra (destra orografica) la Val d'Ayas con il suo tormentato ghiacciaio e insidiosi crepacci.
Il sentiero prosegue con una pendenza piuttosto regolare senza significativi strappi fino ad arrivare dopo un paio d'ore circa ad una cresta rocciosa attrezzata la quale in direzione Nord prosegue sino a un centinaio di metri dal Rifugio.
La cresta è tecnicamente facile e rimontando velocemente quota ci permette di arrivare in poco tempo nei pressi del Rifugio.
La quota inizia a farsi sentire, ed è indispensabile iniziare ad idratarsi con molta frequenza, evitando così la perdita eccessiva di liquidi. E' molto importante mantenere un'idratazione continua in quanto essa facilita l'adattamento del fisico alla quota.
Arrivati al Rifugio Quintino Sella, ci apprestiamo a prendere la nostra stanza e a scendere in sala da pranzo per degustarci un'ottimo piatto di minestra.
La sveglia è sintonizzata per suonare alle 4.30, quindi dopo una notte passata discretamente guardiamo fuori dalla finestra, il tempo è perfetto, promette molto bene, facciamo colazione, prepariamo gli zaini, ci vestiamo a dovere e nell'ingresso del rifugio iniziamo a comporre le cordate.
Indossiamo i ramponi e con passo lento ma costante saliamo sul ghiacciaio del Felik che dapprima passa sotto l'imponente cima di Punta Perazzi 3906 m poi la traccia taglia sull'imponente cresta dove ci si trova su un pianoro il Colle del Felik 4061 m.
Da qui si può vedere ben distintamente a Est la traccia che dal Rifugio Quintino Sella parte per andare verso il Lyskamm Occidentale, noi invece iniziamo sul filo di cresta la salita verso la cima.
Facciamo un piccolo stop sul colle per fare foto, bere un pò di the caldo e poi ripartiamo subito all'attacco della vetta. Attraversiamo attraverso una cresta aerea, ben affilata ma dalle difficoltà tecniche molto basse.
Certamente è necessario non avere vertigini e passo sicuro, che ci porta con andatura regolare verso le due anticime a quota 4180 e 4183 m.
Un'ultima piccola discesa sempre su cresta e più avanti saliamo su un pianoro grande circa 6 m quadrati; siamo sul Castore 4221 m, sono le 8.07 e sono passate 2 ore e 30 min dalla nostra partenza dal rifugio.
Dalla vetta si possono ammirare immense tutte le cime: verso ovest Polluce, Roccia Nera, Breithorn Orientale e Occidentale, Cervino, Monte Bianco (più in là), verso est Lyskamm Occidentale, Lyskamm Orientale.
Passiamo alcuni minuti facendo foto e bevendo un pò di the caldo sulla cima e poi ci ridirigiamo verso il Rif. Quintino Sella, che raggiungiamo in circa un'ora e mezza, dallo stesso itinerario di salita.
Anche in una giornata così soleggiata è bene non "perdere" tempo sulla vetta, in quanto il riscaldamento del ghiacciaio può presentare insidiose difficoltà in fase di discesa, sopratutto nel pezzo di forte pendenza che porta al Colle del Felik, il quale se non affrontato con buone condizioni può rivelarsi fastidioso da ridiscendere.
Per lo stesso itinerario di salita.
Leggi anche il racconto di questo itinerario su Lo Sport nel Trapianto
■ ac, 2012-07-25
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