Via Normale, da Rifugio Passo Sella o da Rifugio Demetz
Il Sassolungo, che con la sua mole domina la Val Gardena, non può mancare di suscitare un forte fascino su chiunque lo osservi, e la sua parete nord, alta e alpinisticamene impegnativa, può incutere un certo timore.
E' invece sul lato opposto, nel cuore del gruppo, che si snoda la via normale di salita alla vetta, che viene qui descritta. Si tratta di una via relativamente facile come difficoltà alpinistica, ma da non sottovalutare per quanto è lunga e articolata: occorre esperienza e attenzione, per non sbagliare nel seguire l'esatto tracciato, e i tempi di percorrenza possono variare molto secondo il modo in cui si sale e si scende.
A circa un chilometro da Passo Sella, in direzione di Wolkenstein / Selva di Val Gardena, si trova il Rifugio Passo Sella. A fianco del rifugio, c'è un'ampio parcheggio.
Dal parcheggio si prende il sentiero 525 verso il Rifugio Demetz, oppure la cabinovia. Si raggiunge così la Forcella del Sassolungo, dove si trova il Rifugio Demetz.
Da qui si scende lungo il vallone interno del gruppo, o Dantersasc, in direzione del Rifugio Vicenza. Presto si nota una traccia di passaggio che devia a destra rispetto al sentiero:
La si percorre in discesa, fino a raggiungere l'evidente cengia, denominata Cengia dei Fassani.
Dopo un tratto pressoché orizzontale, la Cengia dei Fassani presenta una breve interruzione, che si supera scendendo lungo una grossa roccia (presente gancio per eventuale calata):
Si risale poi dal lato opposto:
Si prosegue lungo la facile cengia:
Si incontra e risale un primo canale:
A questo segue un altro breve tratto di cengia, qualche metro di discesa, e un altro canale, più ampio, che si risale:
Dopo un altro breve tratto di cengia, in corrispondenza di un canale-camino, che si evita, si esce a sinistra:
Si risale un tratto di roccette di II grado:
Poi si risale una paretina di III grado (ometto al termine):
Risalendo poco per traccia di sentiero, si riprende e si segue un altro tratto di cengia:
Ci si dirige verso una forcellina, situata a monte rispetto ad un'altra forcella più bassa ed evidente:
La si scavalca, raggiungendo così un tratto attrezzato con cavo metallico:
Lo si traversa interamente verso sinistra:
Dopo il termine, si passa a fianco di una nicchia giallastra, e si risale una fessura (passo di III):
Dopo un breve tratto di roccette di II grado, si risale un muretto di III grado, di una quindicina di metri, oltrepassando un'altra forcellina, e scendendo dal lato opposto per una quindicina di metri.
Da qui si traversa (occasionali ometti), per un discreto tratto, su facili rocce:
Si va in tal modo a cercare la conca del Ghiacciaio del Sassolungo, nella quale infine si scende:
Da qui già si individua chiaramente il cosiddetto Canalone Basso:
La via originaria risale il fondo del canalone, ma in assenza di neve il terreno si rivela disagevole e instabile, sempre più a mano a mano che si sale, e presenta facilmente tratti ricoperti di vetrato, nonché possibile caduta di sassi. Si considera più gradevole e sicuro, quindi, seguire la variante di cresta, come descritto di seguito.
Dalla base del canalone, si risale la cresta alla sua sinistra, su rocce di III grado:
Un tratto più difficile, nella parte alta, è attrezzato con staffe metalliche.
Si risale, sempre in alto a sinistra rispetto al canale, per cenge e rampe:
Si giunge quindi ad un cordino metallico che scende nella parte finale del canale:
Da cui si risale in breve alla forcella terminale:
La si supera, entrando così nel cosiddetto Anfiteatro, dove si procede seguendo la traccia di passaggio:
In breve, sulla destra, si individua chiaramente l'inizio della Gola delle Guide:
La si risale tutta, su rocce di I, II grado, con passi di III:
Si raggiunge una forcella, dalla quale si apre uno scorcio sul Ghiacciaio:
Si sale ancora, sulle rocce a sinistra:
E infine si raggiunge il bivacco:
Proprio sopra il bivacco si trova la Torre Gialla. La si risale, per una lunghezza di circa 25 m, di grado, III+, prima dritti
poi traversando un po' a destra in posizione leggermente esposta (chiodo), poi risalendo un diedro, fino al chiodo cementato, utilizzato anche per le calate.
Sulla sommità della torre può verificarsi un leggero affollamento:
Si prosegue su cresta esposta verso nord-ovest, con qualche passaggio delicato, non tecnicamente difficile
e poi su terreno più facile, rimanendo a sinistra della cresta:
Si passa oltre una croce:
e si prosegue:
Si raggiunge una forcella dove si scende e risale dal lato opposto:
In breve si arriva ad un'altra forcella, nella quale si scende:
Si risale poi dal lato opposto, verso la vetta:
Il panorama è ampio e spettacolare, soprattutto sulla sottostante Val Gardena, e i gruppi dolomitici che la contornano:
Si segue a ritroso la via di salita, approfittando, ove lo si ritiene opportuno, delle possibili calate in corda doppia.
Nota: per quanto riguarda il Canalone Basso, è il caso di valutare, secondo le condizioni, se e quando calarsi dalla cresta nel fondo del canalone, per proseguire la discesa al suo interno.
■ gb, 2016-09-03
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