Isola d'Elba: Grande Traversata Elbana
Siamo due coppie, in amicizia ormai da tempo, e abbiamo già viaggiato insieme.
Quando, nel corso del 2016, ho lanciato l'idea della Grande Traversata Elbana (GTE), i consensi sono stati unanimi ed entusiastici.
L'idea di attraversare in tutta la sua lunghezza un'isola dalle rinomate bellezze, che offre sia paesaggi di montagna che di mare, e conseguentemente una flora e una fauna molto variegate, sembrava molto attraente.
Le nostre speranze sono state non solo soddisfatte, ma ampiamente superate.
Abbiamo trovato paesaggi stupenti, luoghi suggestivi, ottima accoglienza, cibo prelibato, e data la stagione primaverile, una natura rigogliosa, nel pieno della sua fioritura.
Il percorso canonico della GTE procederebbe da est a ovest, con le seguenti tappe: da Cavo a Porto Azzurro, da Porto Azzurro a Marina di Campo, da Marina di Campo a Poggio, da Poggio a Pomonte.
Il nostro percorso è stato invece progettato per viaggiare da ovest a est, e seguire più fedelmente la dorsale montuosa che forma l'isola:
Noi abbiamo scelto di lasciare l'auto sul continente: sull'isola, solo noi e il nostro zaino.
Quello che serve, quindi, è:
Attenzione alla cartografia: abbiamo potuto constatare che quella cartacea non è sempre fedele. Purtroppo anche la segnaletica, per chi è abituato ai sentieri alpini, non sempre è presente, o quantomeno non lo era nel 2016. L'app trekking-etc/viewer, con gli itinerari delle singole tappe scaricabili per l'utilizzo off-line, è la guida ideale per seguire facilmente il percorso.
Dopo aver viaggiato dalla nostra città fino a Piombino, lasciamo l'auto all'autorimessa, e zaino in spalla ci rechiamo al porto, dove ci attende il nostro piccolo e agile aliscafo:
Raggiungiamo così Portoferraio, dove altri hanno scelto evidentemente di viaggiare più in grande:
Pranziamo nel capoluogo dell'isola, poi ci spostiamo a Pomonte con la corriera. Troviamo un paese piccolo ma accogliente e suggestivo.
Abbiamo tempo per una passeggiata lungo la costa, tra le rocce arrotondate dall'erosione e le macchie di vegetazione, tipicamente mediterranea.
Partiamo da Pomonte e saliamo lungo il crinale che delimita a sinistra la vallata che scende verso il paese.
Superiamo vari rilievi minori, tra cui Monte Orlando, Monte Cenno, Colle della Grottaccia.
Qua e là si trovano ricoveri in pietra.
Ci dirigiamo verso Le Filicaie, il passo che separa il Monte Le Calanche dal Monte Capanne,
Da lì saliamo, per lo più su roccia, con l'ausilio di cordini dove necessario, verso la cima:
Torniamo sui nostri passi,
e scendiamo sul versante opposto dell'isola,
con vista sulla costa.
Il terreno e la vegetazione variano continuamente all'abbassarsi della quota.
Raggiungiamo Procchio, e ne approfittiamo per una breve visita al paese e alla vicina spiaggia.
Appena lasciata la zona abitata, quando ci addentriamo nel verde, il paesaggio ci ricorda in modo inequivocabile che siamo in primavera.
Saliamo per uno strano sentiero, scavato dall'erosione.
Uno scorcio panoramico si apre alle nostre spalle.
Orientandoci con attenzione nella fitta rete di sentieri, raggiungiamo Monte San Martino.
Tra le molte macchie fiorite, il Cistus Albidus è una presenza costante.
Ammiriamo i paesaggi sulla costa, tra cui una bella vista su Portoferraio.
Attraversiamo un bosco di sughere.
Raggiungiamo la cima del Monte Orello, in un'atmosfera mistica,
e camminiamo tra cespugli fioriti.
Scorgiamo la parte di crinale sul quale cammineremo il giorno successivo.
Avvistiamo l'insenatura in prossimità dalla quale si trova la nostra meta del giorno,
mentre altri sono indaffarati in un'attività molto diversa dalla nostra.
Raggiungiamo l'agriturismo, dove ci sentiamo subito i benvenuti.
Una visita alla spiaggia ci offre, oltre alla vista a mare,
uno scorcio sul Castello del Volterraio.
La squisita cena, a base di prelibatezze locali, e l'amabile conversazione con i titolari dell'agritur, concludono in modo estremamente piacevole questa giornata.
Dopo una colazione davvero rigenerante, ripartiamo e siamo subito nella natura.
Ci inoltriamo nel bel paesaggio collinare, con i suoi dolci saliscendi,
e le suggestive visuali,
e ci eleviamo lungo il crinale, che culmina su Cima del Monte. Lungo la successiva discesa, alla nostra sinistra, il panorama è dominato dal Castello del Volterraio.
Più a distanza, si vede ancora la baia di Portoferraio.
Ci avviciniamo infine a Rio nell'Elba, un suggestivo e piccolo borgo posto sulle pendici che volgono a mare.
Scendiamo lungo le pittoresche stradine,
fino a raggiungere il ranch dove pernotteremo.
Riceviamo anche qui un'ottima accoglienza. Il mirto prodotto personalmente dal titolare è un vero piacere per il palato, e ci intratteniamo piacevolmente con lui, abitante non autoctono, mentre ci racconta il fascino e il piacere della vita sull'isola.
Ripartiamo, dopo una ricca colazione,
e scopriamo presto l'origine del toponimo del paese.
Risaliamo le strette viuzze,
e oltre i tetti delle case e il campanile della chiesa, lo sguardo si protende verso il mare, fino a scorgere il continente.
Il Castello del Volterraio si svela più chiaro ai nostri occhi,
il cielo è quasi sereno,
e i panorami sono ancor più emozionanti.
In un gradevole saliscendi collinare,
con vista a mare, spesso su entrambi i versanti dell'isola,
ammiriamo le suggestive baie, l'acqua cristallina,
e il territorio sempre incantevole.
Abbiamo ormai da tempo superato Monte Strega, e raggiungiamo la seconda elevazione della tappa, Monte Grosso, e il caratteristico rudere detto Semaforo.
Riprendiamo il cammino, nella direzione di Cavo.
Un lungo diversivo nel bosco soprastante la costa ci porta a scoprire lo strano e particolare Mausoleo Tonietti.
Infine, abbassandoci di quota, ci troviamo sul litorale.
Una passeggiata al porticciolo,
e il colore degli scogli illuminati dalla luce del tramonto, ci regalano gli ultimi suggestivi scorci di questa splendida giornata, che suggella in modo perfetto la nostra meravigliosa traversata.
E' facile raggiungere Porto Azzurro, da Cavo, con i mezzi pubblici. Il luogo si presenta subito molto suggestivo, con l'azzurro del suo mare,
e con un inteso profumo di gelsomini.
Con un tratto di cammino relativamente breve (siamo abituati a ben altro!), raggiungiamo la Spiaggia di Barbarossa.
Dopo un bagno a mare, lascio vacante il mio posto in spiaggia,
e mi elevo lungo la panoramica Passeggiata Carmignani.
Tornato sui miei passi, convinco le signore a seguirmi lungo il bel sentiero,
che ci riporta a Porto Azzurro,
e al profumo dei gelsomini.
Dopo questa giornata rilassante e piacevole, siamo pronti per un'altra notte di riposo, e per il successivo rientro.
■ gb, 2016-05-17
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