per la Via Normale, da Rifugio Padova
Bella salita ad una cima che merita sicuramente la denominazione di campanile, data la forma slanciata che la caratterizza quando la si ammira dal sentiero di avvicinamento.
La roccia è buona e le difficoltà contenute; l'avvicinamento è abbastanza faticoso ma si svolge in un ambiente incantevole: il Ciadin di Toro, un'ampia conca circondata dagli Spalti di Toro.
Lungo la via, le soste e le calate sono ben attrezzate, mentre non ci sono praticamente chiodi di via, e non è sempre facile piazzare protezioni veloci, qualora se ne senta il bisogno. A inizio stagione, o dopo un inverno nevoso, possono servire piccozza e ramponi per risalire il nevaio nella parte finale dell'avvicinamento.
Nota dell'autore: ringrazio l'amico Armando che mi ha proposto questo itinerario, e che compare in molte fotografie.
Da Domegge di Cadore, si scende verso il sottostante lago, e lo attraversa su un ponte, in direzione del Rifugio Padova, risalendo poi per qualche Km lungo una stradina non tutta asfaltata, fino al parcheggio, a un centinaio di metri dal rifugio.
Dal parcheggio o dal rifugio, si prende il sentiero 357, costeggiando prima un pascolo, poi salendo nel bosco:
A quota 1636 m circa, si devia verso destra, seguendo una traccia piuttosto evidente:
Si prosegue risalendo il fondovalle del Ciadin di Toro, puntando poi alla forcella che si trova a destra, salendo, rispetto al corpo roccioso di cui fa parte il campanile:
Si risale faticosamente per ghiaie e detriti, senza traccia o quasi:
Facilmente si deve risalire un tratto di nevaio lungo la parte finale dell'avvicinamento:
L'attacco della via si trova nel punto in cui dal pendio si diparte verso sinistra un'evidente cengia orizzontale:
L1: Si percorre la cengia verso sinistra, fino a trovare un diedro-camino.
30 m, I, II, sosta su chiodo.
L2: Si risale il diedro-camino sulla destra
fino a raggiungere la sosta su comoda cengia.
35 m, II, III, sosta su anello cementato.
L3: Si risale una rampa verso destra
fino a raggiungere un'altra, ampia cengia.
25 m, II, III, sosta su anello cementato.
L4: Si traversa a destra lungo la comoda cengia, fino a intravedere la Val Cimoliana, mentre sulla sinistra si apre un evidente canale-camino.
30 m, facile, nessuna sosta
L5: Si risale il canale-camino sul lato sinistro
fino a uscirne e raggiungere la sosta su una successiva cengia.
40 m, II, III, sosta su tre chiodi collegati da cordini.
L6, L7: Si traversa a sinistra, poi si risale l'evidente rampa:
fino a raggiungere la forcella tra cima e antecima, su masso incastrato.
40 m, II, III, sosta su anello cementato.
L8, L9: Si risale la placca lungo una bella fessura:
poi, evitando di raggiungere un'apparente sosta (si tratta di un punto di calata), si piega a destra, su rampa in salita, aggirando la cima sul lato est:
per poi raggiungerla, con un ultimo passo su roccette:
E' d'obbligo suonare a campana!
40 m, II, III, sosta finale sulla base della campana.
Dalla cima si può ammirare uno splendido panorama, a cavallo tra le provincie di Belluno e Pordenone: oltre agli Spalti di Toro, si vedono l'Antelao, i Monti della Val Cimoliana, la Cridola:
E' possibile effettuare una prima calata direttamente dalla cima, fino al punto di calata evitato salendo L8, o direttamente in forcella se si dispone di sufficiente corda. Oppure si ridiscende disarrampicando lungo L9 e parte di L8, raggiungendo il suddetto punto di calata, e calandosi in forcella (15 m):
Da qui, si effettua una non comoda calata lungo la rampa (30 m):
Si torna a s5 e da lì ci si cala lungo il canale-camino (40 m, oppure 30 m di calata + 10 m di facile disarrampicata):
Si ripercorre indietro la cengia fino a s3, per poi calarsi (25 m):
Si effettua poi una calata da s2 (25 m):
e si riattraversa la cengia iniziale fino a tornare al punto di attacco.
Si ridiscente verso il Ciadin di Toro:
e si completa il rientro seguendo a ritroso il percorso di andata.
■ gb, 2014-07-05
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