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Descrizione
Invernale

CIMA CAREGA

per il Vaio Bianco

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Vaio è il nome che nel basso trentino, nel veronese e nel vicentino viene attribuito ai ripidi canaloni che solcano molte delle cime della zona, in particolar modo le piccole Dolomiti, terreno di avventure e di allenamento dei più forti alpinisti della zona. Nonostante la quota relativamente modesta (solo alcune cime superano di poco i 2200 metri) in inverno questi monti presentano un aspetto e riservano difficoltà molto simili a quelle che si trovano in alta montagna.
 
Il percorso qui descritto affronta due dei più semplici vai della zona: il vaio bianco in salita ed il vaio dei cavai in discesa.

A seconda delle condizioni di innevamento possono risultare utili le ciaspole nella parte bassa e nella discesa, i ramponi e la piccozza in salita. Sempre utile il casco.


Nota

Questo itinerario va affrontato solamente con condizioni ottimali in modo da evitare di correre rischi: il vaio è molto stretto e ripido, una eventuale scarica di neve o sassi si incanala certamente lungo il percorso.


Accesso

Da Rovereto imboccare la Vallarsa, sulla sinistra orografica e risalirla fino al termine della strada, circa due chilometri dopo l'abitato di Ometto. Superate le poche case si parcheggia l'auto in uno spiazzo sulla destra, subito dopo un ponte e prima di una galleria (chiusa al traffico).


Percorso

A piedi si imbocca la galleria, sbucando su una strada a tratti asfaltata (ma non percorribile con veicoli), pianeggiante, che passa in mezzo ad un folto bosco. Si percorre la strada per un paio di chilometri, superando (sulla destra) l'ampio vallone delle Giare Larghe, che costituirà il percorso di rientro. Si superano anche due sorgenti poste proprio a bordo strada e la deviazione per il vaio di pisavaca (cartello con indicazioni).
 
Giunti all'imbocco del vaio, posto a quota 1300 circa, in corrispondenza di un ponte, si lascia la strada e si inizia a risalire il fondo del valloncello ricoperto di grossi massi, fino a giungere in prossimità di un risalto roccioso. E' possibile superare il risalto in arrampicata, sulla parete di destra (passi di II), e successivamente con un traverso un po' esposto, oppure aggirarlo sulla sinistra risalendo un canalino ripido (con poca neve è piuttosto franoso), fino a giungere alla sella dei Cotorni. Noi abbiamo optato per questa seconda soluzione.
 
All'uscita del canalino si trova il sentiero estivo che conduce al vaio, lo si percorre prendendo sulla destra di chi sale per riportarsi dopo alcuni saliscendi nel fondo del vaio. Se non è stato necessario utilizzarli prima, si calzano i ramponi, si indossa il caschetto e si prepara la piccozza.

Vaio parte bassa
 
Si risale il fondo del vaio, inizialmente piuttosto ampio e via via sempre più stretto, passando tra imponenti rocce verticali. Al primo bivio si prende la diramazione di destra, qui la pendenza aumenta fino a circa 40° e lo spazio tra i bastioni rocciosi diminuisce fino a raggiungere circa 5 metri.

Vaio bianco Tratto ripido poco prima della deviazione

Si risale il solco principale del vaio per alcune centinaia di metri, fino a giungere ad una nuova biforcazione, qui si imbocca quella di sinistra, anche se più angusta e meno invitante.

Vaio Bianco Subito dopo la deviazione

Dopo due semicurve a destra e sinistra ci si trova ai piedi di un enorme masso incastrato. A seconda delle condizioni di innevamento il masso può risultare più o meno ricoperto di neve e quindi può essere più o meno facile superarlo.

Vaio Bianco Nei pressi della bocchetta, guardando verso il basso

Se non si riesce ad affrontarlo frontalmente è possibile risalire sulla parete di destra per poi riportarsi nel fondo del vaio una volta superato il masso.
Vaio Bianco Risalendo poco prima del masso
A questo punto il vaio si apre, la pendenza è elevata (45-50°), siamo vicini all'uscita: si imbocca il solco di sinistra, lo si risale fino in cima dove purtroppo, al contrario di molte altre uscite in cui il vaio si impenna, la pendenza cala.

Vaio Bianco Nei presso della bocchetta, tratto ripido

Ci si trova ora all'uscita del vaio, ma la salita non è ancora terminata. Si deve infatti risalire le ultime pendici della cima Carega, sulla destra di chi sale. E' possibile risalire poco a sinistra del filo della cresta, oppure imboccare la strada militare, se non è sepolta dalla neve. Poco sotto la cima è necessario tagliare tutto il costone (esposto a sud) per portarsi nei pressi del rifugio Fraccaroli, da dove poi salire in cima. Attenzione in caso di neve ventata: spesso con vento da nord le condizioni del vaio sono ottimali, ma la neve si accumula su questo versante rendendolo estremamente instabile e pericoloso. A seconda delle condizioni che si trovano è possibile/consigliabile attraversare il costone (stando vicini alle rocce della cima) fino ad un canalino ripido (circa 60°). Anzichè proseguire per il rifugio è possibile risalire il canalino per sbucare sull'aerea cresta che in pochi passi permette di raggiungere la vetta (la traccia gps riporta questa opzione).

Cima Carega


Rientro

Il percorso di rientro si svolge sul lato nord della cima Carega. Dalla cima ci si cala nel vallone sottostante e si segue il percorso ad arco che conduce nei pressi dell'uscita del vaio Pisavacca (cartello SAT). Superato questo vaio (anch'esso percorribile ma dall'uscita molto ampia, attenzione se non ha ancora scaricato) ci si porta all'imbocco del vaio dei cavai. Sebbene sia possibile scendere da vari imbocchi, si consiglia di scendere dal primo che si trova lungo il percorso (circa 40°).

Imbocco Vaio dei Cavai

Ci si porta così nella Busa della Neve e di qui si prosegue la discesa sempre in forte pendenza, sul fondo del valloncello piuttosto ampio, ma che si restringe nella parte terminale. Si sbuca in questo modo nell'ampio vallone delle Giare Larghe che avevamo incontrato nel percorso di salita, ci si ricongiunge alla strada e si rientra all'auto imboccandola in direzione sinistra per chi scende.

bd, 2013-02-09

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